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Sfiducia nei social per gli italiani?

Aggiornamento: 2 mar 2019


Gli italiani non hanno più fiducia nei social! Dato molto chiaro che emerge da una ricerca fatta dall’istituto universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli: report di ricerca Infosfera 2018.

L'87% dichiara di non fidarsi dei contenuti trovati sui social ma comunque l'82% non riconosce una fake news. Questi sono alcuni dei numeri che emergono dall'indagine. 

Un' altra ricerca interessante, pubblicata dal Corriere della Sera del 18 luglio 2018, è quella di Ipsos per conto di Europcar. Da qui emerge che la metà degli intervistati desiderino trascorrere meno tempo sui social durante le loro vacanze. Per la precisione: il 56% vuole diminuire il tempo sui social generalisti tipo Facebook e il 54% su social fotografici tipo Instagram. 

L'anno scorso avevamo parlato con il Prof. Ferri dell'Università Bicocca di Milano a proposito di adolescenti e social, i problemi però ora sembrano emergere anche per la fascia degli adulti.


Riflessione sui dati


Questi dati ci dicono che c'è una tendenza a volersi prendere una pausa dai social, almeno ogni tanto e che si ha sempre meno fiducia in ciò che si legge online. Ci dicono anche che forse la sfiducia dichiarata è veramente alta, se consideriamo che comunque il livello di utilizzo dei social rimane alto. Il report di We Are Social 2018 qualche mese fa diceva che la media giornaliera in Italia era di 1h53. Ora una ricerca della School of Management del Politecnico di Milano (sempre nell'articolo del Corriere della Sera citato sopra) dice utilizziamo lo smartphone 7 ore al giorno e (aggiungo io) una buona fetta sarà sui social. 

Quindi ciò che sembra stia accadendo è una calo di fiducia nei confronti di un ambiente che però continuiamo a frequentare. Mi fa venire in mente una riflessione che ho letto nel libro "nasci, cresci e posta" di Rossetti e Cosimi in cui, parlando di video games e bambini, gli autori portavano una riflessione sul fatto che stiamo insegnando ai piccoli ad avere poca fiducia nei confronti di ciò che però gli consentiamo di utilizzare. In particolare qui ci si riferiva ad un episodio in cui i genitori di una classe elementare acconsentivano a far giocare i figli a Clash of Clan a patto che il gruppetto di amici non accettasse richieste di intrusione nel clan da parte di sconosciuti "perché in internet c'è un sacco di gente che può avere cattive intenzioni". 


Esempi dagli Stati Uniti 


Collego queste riflessioni a due iniziative con cui ho avuto il piacere di confrontarmi nelle ultime settimane, chiamando oltreoceano. Si tratta di idee nate per sensibilizzare le persone ad un uso critico dei media digitali e spero possano essere degli spunti interessanti. Sono progetti nell' ambito dell'intrattenimento e questo credo sia il punto focale: portare in modo positivo e leggero dei temi su cui la nostra società fatica a confrontarsi oggi.


Go Brick Now


Thomas, dopo aver lavorato per 5 anni come assistente alla regia di Spielberg a Hollywood, si è licenziato per perseguire un suo sogno e rispondere ad un'esigenza che ha sentito essere sempre più reale specialmente nella patria dell'innovazione digitali: eventi phone free.

Gobricknow.com si occupa di organizzare eventi (di qualsiasi tipo, dai party, alle cene, ai ritrovi tra cantanti, ecc.) il cui comune denominatore sia stare senza cellulare almeno per qualche ora.

 

The Low Teck Trek


Sulla costa est invece ho parlato con Patrick di New York, giovane attore che ha messo in piedi un monologo sul tema uomo e tecnologia. Sul suo sito thelowtecktreck.com trovate maggiori informazioni. Patrick ha iniziato scrivendo e portando in giro il suo monologo nella grande mela e ora sta costruendo delle proposte formative e workshop per lo sviluppo delle competenze comunicative. A livello privato già da tempo fa il coach in questo senso ora pianifica di allargare il raggio d'azione. L'obiettivo è aiutare le persone a comunicare meglio, nel mondo fisico fatto di carne e ossa, guardandosi negli occhi. 

Si tratta di due iniziative che spingono a riflettere sull'uso che facciamo degli schermi. Per certi versi è il tipo di lavoro che anche Punkt in Europa sta facendo, proponendo prodotti tecnologici rispettosi dell'uomo. 

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