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Porsi degli obiettivi può facilitare la dipendenza da internet

Aggiornamento: 4 gen 2019


Nelle mie continue ricerche sui meccanismi psicologici alla base del nostro rapporto con il web e gli schermi, qualche tempo fa mi sono imbattuta in Adam Alter, psicologo che studia l'argomento ormai da tempo. 

Ho comprato il suo libro "Irresistible" che sto leggendo ed è molto interessante. Affronta vari aspetti della psicologia umana per spiegare perché siamo così legati agli schermi e continuiamo a cliccare, scrollare, guardare, condividere, fare selfie, ecc. 

Il libro di Alter mi ha fatto tornare in mente una mia lettura dell'anno scorso: Digital Detox di Alessio Carciofi in cui si parlava più che altro della gestione dei media digitali a livello di produttività lavorativa. I due affrontano l'argomento in modi diversi e partendo da background di studi differenti, però il punto è sempre lo stesso: come possiamo gestire meglio i meccanismi che ci portano a rimanere incollati agli schermi? 


Porsi obiettivi 


Un argomento che non mi sarei aspettata di trovare in un libro del genere e mi ha particolarmente colpito è quello relativo al porsi obiettivi. L'essere umano aumenta la propria performance nel momento in cui si pone un obiettivo che vede di fronte a sé. Alter spiega questo concetto usando la metafora della maratona. Avere l'obiettivo di concludere una maratona in un certo tempo porta i maratoneti a porsi in una condizione psicologica per cui fanno di tutto e si motivano al fine di raggiungere il traguardo in quel tempo. 


Irresistible Adam Alter: Analisi dei tempi dei maratoneti

Solitamente l'obiettivo è di concludere la gara in 3 ore, 3 ore e mezza, 4 ore ecc. Raramente ci sarà qualcuno che pensa "Voglio fare la maratona in 4 ore e 18 minuti". Nel 2014 quattro scienziati comportamentali fecero un'analisi sui tempi di oltre 10 milioni di maratoneti. Qui vi metto la fotografia del grafico che è presente nel libro di Alter. Si vede chiaramente come la maggior parte dei tempi fatti sono all'ora o alla mezza, proprio perché verso la fine, quando il maratoneta vede la conclusione della gara e psicologicamente si prepara al rush decisivo, si predispone per raggiungere il proprio obiettivo stando entro la mezza o l'ora. 

Questo è il potere del porsi obiettivi: al fine di raggiungere ciò che vogliamo, quando vediamo il nostro traguardo, siamo predisposti a fare uno sforzo maggiore

La razza umana ha tratto enormi benefici dal ragionare in modalità "raggiungere obiettivi", sopratutto quando agli albori della nostra specie significava dover cacciare del cibo per sopravvivere, un riparo per la notte e protezione per i figli. Oggi che abbiamo raramente problemi di sopravvivenza, ci poniamo obiettivi più per piacere e passare il tempo: scalare una montagna, dimagrire tot chili, ecc.


Gli obiettivi nel web


Che centrano le maratone con la costruzione di comportamenti dipendenti nei confronti degli schermi?

Quando utilizziamo una qualsiasi App il nostro modo di ragionare per obiettivi fa capolino e ci guida inconsapevolmente nelle scelte che facciamo. Abbiamo improvvisamente dei nuovi obiettivi, di cui fino a poco tempo fa la razza umana non conosceva l'esistenza. Per esempio avere un "Inbox Zero" ovvero non avere mail di leggere nella propria casella di posta prima di andare a letto. E' una pratica più comune di quanto non si pensi, in molti oggi hanno una leggera mania nel leggere tutte le varie mail ricevute prima di chiudere la giornata. Stessa cosa vale anche per le notifiche dei social: l'obiettivo è non avere più notifiche o messaggi prima di sera. Un po' come se questa cosa ci facesse sentire più efficienti e produttivi perché non lasciamo alcun pezzo incompleto. 

Avere questa mentalità di porsi sempre piccoli obiettivi rispetto alle attività che facciamo in internet, ci porta a rimanere sempre più incollati a dei servizi web o App, anche quando ciò che facciamo non necessariamente ci fa stare bene o ci porta un beneficio. 


L'alternativa: invece degli obiettivi, crea dei sistemi


Porsi obiettivi in questo modo non è l'unica possibilità che l'essere umano ha. Una possibile alternativa, spiegata per bene nel libro di Alter, è il vivere una vita in cui ci si crea dei sistemi. Che significa? 

Un sistema è qualcosa che fai in modo regolare e che aumenta le probabilità di essere felice nel lungo periodo. Quindi invece che ragionare sul raggiungimento di un obiettivo per cui si fa di tutto in un certo periodo di tempo solitamente breve, per raggiungerlo e poi una volta ottenuto spesso si ha la sensazione di vuoto perché non si sa più che fare, la proposta è: fai piccole cose che ti fanno stare bene, tutti i giorni. Può significare: per un amante della natura, andare nel bosco almeno un quarto d'ora al giorno, per chi ama i libri leggere mezz'ora al giorno, ecc.

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