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Cyberbullismo: consigli per genitori

Aggiornamento: 2 mar 2019


Anni fa c'era il bullismo, oggi siamo passati al cyberbullismo, fenomeno presente nelle scuole e su cui è utile riflettere per trovare soluzioni e proposte di prevenzione. Ho deciso di scrivere un articolo sull'argomento, dopo aver visto la serie tv Tredici, prodotta da Netflix qualche mese fa, per chi di voi non l'avesse ancora vista, la consiglio. 

Prima di entrare nel cuore dell'argomento, ho fatto qualche ricerca a proposito dell'uso dello smartphone e social network da parte della generazione Z (i nati tra la fine degli anni '90 e i primi 2000). Ho trovato due questioni principali: 

Uso dei social network la notte. In Gran Bretagna è stata effettuata recentemente un'indagine su 400 studenti in merito al loro uso dei social media la notte. Alla domanda "Quanto spesso ti svegli di notte per usare i social network?",  "Quasi sempre" è stata la risposta del 22% dei ragazzi di 12/13 anni e del 23% dei ragazzi di 14/15 anni. Per approfondimenti sulla ricerca clicca qui. Per fortuna ci sono proposte per istituire un digital detox day per sensibilizzare le persone a sapersi staccare anche solo per una giornata, dai propri device.

Impronta digitale. Un'indagine della Bank of America, sullo stesso target generazionale, ha invece rilevato quanto i ragazzi inizino ad essere preoccupati della propria impronta digitale. Il 54% si cerca in Google regolarmente, mentre un 10% lo fa tutti i giorni. Qui maggiori dettagli sulla ricerca.

Venendo all'argomento di oggi: bullismo e cyberbullismo, ho deciso di parlarne con Laura Donati, psicologa psicoterapeuta, che opera nella provincia di Brescia e ha approfondito l'argomento. 


Intervista a Laura Donati, psicologa e psicoterapeuta


Cos'è il cyberbullismo?


Prima di parlare di cyberbullismo, è bene condividere una definizione di bullismo, ne riporto due che mettono in luce aspetti diversi del fenomeno.

Definizione comportamentale: il bullismo è un atto di aggressione consapevole e volontario, perpetrato in maniera persistente e organizzata, da uno o più individui nei confronti di una o più persone. 

Definizione relazionale: è un abuso di potere, premeditato e opportunistico, diretto contro uno o più individui incapaci di difendersi a causa di una differenza di status o di potere. 

Tipi di bullismo: 

diretto: fisico, verbale 

indiretto: manipolativo

Quando le azioni di bullismo avvengono nel web si parla du cyberbullismo.


Qual'è la terminologia utilizzata a proposito di cyberbullismo?


Esiste tutta una terminologia intorno al fenomeno del cyberbullismo, ecco il glossario che viene utilizzato:

Flaming: messaggi on line violenti e volgari che hanno lo scopo di suscitare liti e battaglie verbali in un sistema informatico; Molestie (harassment): spedizione continuativa di messaggi volgari o di insulto volti a irritare e ferire psicologicamente la vittima; Denigrazione: messaggi che hanno lo scopo di danneggiare la reputazione della vittima; Sostituzione di persona (impersonation): il molestatore maschera la propria identità facendosi credere un’ altra persona per utilizzare un profilo neutro e sferrare altri attacchi o reperire informazioni; Rivelazioni (exposure): il molestatore pubblica informazioni private o imbarazzanti riguardanti la vittima per metterla in cattiva luce o per farla vergognare; Inganno (trickery): ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate; Esclusione: il molestatore riesce ad escludere la vittima da un gruppo on line per emarginarla; Cyberstalking: il molestatore invia ripetutamente aggressioni e denigrazioni minacciose mirate a incutere paura nella vittima.


Come si riconosce un cyberbullo? 


Ci sono alcuni segnali che ci permettono di riconoscere chi mette in atto comportamenti di cyberbullismo, eccoli:

Aggressività come modalità di relazione con gli altri; Impulsività associata all’incapacità di autocontrollo e riscontrabile nelle esperienze di prevaricazione sugli altri; Scarsa tolleranza alle frustrazioni e alle regole; Mancanza di empatia che impedisce di comprendere sentimenti ed emozioni di chi subisce i suoi comportamenti; Mancanza di sensi di colpa rispetto alle proprie azioni.

I cyberbulli, spesso a causa della ripetitività delle proprie condotte risultano poco empatici e faticano a percepire la sofferenza sperimentata dalla vittima ogni volta che viene presa di mira on-line. Inoltre, non potendo sperimentare gli effetti tangibili delle proprie azioni, tutto sembra essere per loro un gioco, che non necessita di essere fermato.


Come si riconosce una vittima di cyberbullismo?

Una cosa molto importante è fare attenzione ai segnali d'allarme, ci vuole osservazione da parte di genitori e insegnanti per poter riconoscere il problema. Ecco i tre principali fattori a cui fare caso:

Nessun posto è sicuro, visto che le manifestazioni di cyberbullismo raggiungono la vittima sul proprio smartphone (quando ce l'ha) e quindi non si limitano all'ambiente della scuola (come avveniva per i casi di bullismo);Torna a casa con oggetti rovinati o ferite, elementi classici del bullismo che quindi hanno luogo anche in questi casi;Sembra perdere il denaro o ne chiede in continuazione senza motivo, può essere per piccoli furti che subisce a scuola e non perché sia uno spendaccione. 


Cosa può fare il genitore di una vittima di cyberbullismo?

Nel momento in cui il genitore ha la sensazione che il figlio possa essere diventato oggetto di azioni di bullismo, ci sono alcune azioni che è utile mettere in atto.

Contattare gli insegnanti velocemente;Incoraggiare il figlio ad esprimere abilità e caratteristiche positive di cui è dotato e su cui puntare per crearsi risorse interne;Aiutarlo ad aumentare sicurezza e autostima anche sollecitandolo a scegliere attività fisiche che realmente ne irrobustiscano il fisico, questo anche per migliorare la coordinazione motoria e ridurre l'ansia;Non iper-proteggerlo ma incitare e facilitare contatti e attività extra-familiari pur con controllo discreto.


Cosa può fare il genitore di un bullo?

Quando un genitore inizia a percepire che il figlio possa mettere in atto comportamenti di bullismo, sarebbe utile agire in diversi modi, ecco come: 

Fissare poche e semplici regole familiari;Ribadire al figlio la “tolleranza-zero” di atteggiamenti simili da tutta la famiglia;Premiare ed elogiare le azioni positive;Sanzionare le azioni negative;Aiutarlo a indirizzare bisogno di potere, forza, dinamismo in attività più costruttive, per esempio nello sport;Trascorrere più tempo con lui: conoscere meglio le sue amicizie e attività, acquisire maggiore comprensione della personalità e reazioni del   proprio figlio.


Conclusioni

Qualche riflessione conclusiva:

Fare un social media detox ogni tanto, può fare bene. I social network ci hanno aperto un mondo di possibilità ma come tutti gli strumenti potenti può fare molto bene o molto male. E' importante non definire tutta la propria vita al loro interno e quindi talvolta può essere utile prendersi delle pause dall'utilizzo di Facebook, Instagram, ecc. Non è tutta colpa del bullo, infatti lui a sua volta è spesso vittima in altri contesti. Mettere in atto comportamenti aggressivi è una modalità che se un bambino vede e impara poi la riporterà nei confronti di altri compagni. Non possiamo prescindere dalle tecnologie digitali e dai social network oggigiorno, quindi oltre a sensibilizzare i più piccoli rispetto ad un uso attento dei social, si potrebbe puntare anche ad un'educazione di un uso attivo e positivo degli stessi. Il Prof. Rivoltella, nel suo libro 3-6-9-12, propone proprio l'utilizzo dei media digitali per favorire la creazione di contenuti da parte degli studenti. 

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