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Social media detox

Aggiornamento: 2 mar 2019

La storia di oggi è ambientata al mare: dove puoi sentire il rumore delle onde sullo sfondo, il sole che ti accarezza la pelle e il profumo del caffè del bar sulla spiaggia. In un posto così, un 33enne e la nipote 16enne sperimentano un social media detox


Cos'è esattamente un social media detox? Non c'è una definizione precisa e condivisa però possiamo dire che si tratta di svariate azioni utili alla disintossicazione da social network. Ai due estremi di un continuum di sfumature, ci sono:  l'eliminazione totale dei propri account social versus la disattivazione delle notifiche nelle app dei propri account social. 

Facebook è il social network maggiormente utilizzato e probabilmente i motivi per stare sul social di Mark aumenteranno visto ha recentemente comprato i diritti per la Champions League negli USA e pare interessato ad acquistare il Tottenham Hotspur. Beh a me di calcio non frega nulla, ma sappiamo bene che una gran fetta della popolazione rimane ipnotizzata davanti ad un campo con un pallone. Questa mossa di Mark ci dice quanto sia intenzionato ad aumentare il proprio ruolo nel mercato dell'intrattenimento: non solo andrai su Facebook per curiosare ciò che fanno i tuoi amici ma anche per guardare una partita.

In questo modo il mondo Facebook entrerà sempre di più nelle nostre vite ma di pari passo a questa tendenza ne sta nascendo anche una opposta, fatta di persone che vogliono recuperare lo spazio e il tempo delle proprie vite dandosi dei limiti nell'uso dei social. Persone che si pongono delle domande sull'uso che facciamo dello smartphone e la vita sociale che abbiamo. A tal proposito vai a leggere la storia di Ed Sheeran e il suo digital detox per un anno. Qui però Antonio Greco e Martina Balestra ci raccontano la loro storia fatta di smartphone, social media, vita online, benessere fisico, millennials e relazioni sociali.


Da dove è nata l'idea di disintallare le App social? 

Antonio mi racconta di aver letto di un esperimento sociale che sfida i partecipanti anon utilizzare Facebook per 99 giorni: 99 Days of Freedom.

L'iniziativa l'ha incuriosito e così ha deciso di sfidare se stesso e disinstallare le App di Facebook e Instagram dal proprio smartphone

Ha coinvolto Martina, sua nipote, nell'esperimento iniziato a metà giugno 2017 e qui di seguito trovi la storia di entrambi. 


Antonio: 33 anni, imprenditore digitale


Come usavi il tuo iPhone prima? 


Lo tiravo fuori dalla tasca in ogni momento possibile, appena mi annoiavo minimamente. Specialmente il news feed di Facebook mi accompagnava ovunque, fino al punto da cannibalizzare il mio rapporto con il mondo reale. Per stare in uno spazio digitale toglievo attenzione al mio presente, alle persone che in quel momento erano intorno a me fisicamente. 

Mi sono accorto che Facebook, Instagram e WhatsApp sono App killer people: creano dipendenza, c'è chi se ne rende conto e prova diminuirne l'uso e chi non ne è per nulla consapevole.


Antonio, imprenditore digitale

Come è cambiata la tua giornata? 


La mia giornata è cambiata parecchio: improvvisamente non avevo più nulla da scrollare nei tempi morti. Così ho iniziato ad utilizzare lo smartphone senza i social: ascolto musica, visito i singoli blog che mi interessano e leggo un libro che ho scaricato.

Questo mi ha portato a modificare altri comportamenti: al bar leggo il giornale cartaceo, faccio un giro in spiaggia e se sono con qualcuno, metto lo smartphone in modalità silenzioso e lo lascio in tasca. Alle persone con cui ho più confidenza chiedo di fare lo stesso perché mi infastidisce enormemente l'interruzione di una telefonata mentre parlo con qualcuno. Siamo abituati a rispondere sempre ad una chiamata, come se avesse la priorità sulla conversazione faccia a faccia. Questo non mi piace. 


Come è stato l'inizio del social media detox?


Io lavoro nel web e quindi non posso staccarmi dai social media al 100% perché mi servono, quindi come regola ho scelto di controllare Facebook dal mio pc 5 minuti al mattino e 5 minuti la sera. Inoltre sto togliendo il login automatico con Facebook in tutti i siti in cui mi registro per qualche servizio, per limitare l'uso del mio account.

I primi giorni senza Facebook nel mio iPhone era come uscire di casa senza mutande, sai quel pensiero che hai dimenticato qualcosa e ti senti nudo. E' impressionante quanto sia stata forte quella sensazione, mi ha fatto capire quanto grande era il ruolo di Facebook nella mia vita! 


Hai tolto Facebook, e cos'hai guadagnato?


Indipendenza! Ora posso lasciare lo smartphone a casa se per esempio devo andare al supermercato, non mi sento più senza mutande. Inoltre riesco a vedere la realtà di Facebook: è un mondo triste, fatto di post studiati per apparire per ciò che vogliamo mostrare agli altri e non per ciò che la nostra vita è veramente. Ogni volta che torno in quell'ecosistema mi colpisce quanta tristezza racchiuda e in più ho capito che non me ne frega nulla di vedere ciò che i "miei amici" fanno lì perché tanto è tutto finto. I social sono un po' come la Tv in fondo: una proiezione di ciò che vorremmo essere

Per quanto riguarda Instagram probabilmente lo reinstallerò quando sarò in viaggio, perché ho una collezione fotografica a cui tengo particolarmente e racchiude tutti i miei viaggi.  


Martina: 16 anni, studentessa


Quali sono le App che usi di più?


Prima di tutto Instagram, poi WhatsApp e qualche volta Facebook. Su Instagram posso vedere tutto ciò che i miei amici fanno, cosa gli piace e non piace, soprattutto con Instagram Stories. E' un modo per sapere cosa accade alle persone che conosco. Io non ho il pc quindi le App social sul mio smartphone sono ciò che mi connette al mondo, altrimenti sarei tagliata fuori


Come va l'esperimento social media detox?


Insomma...ho resistito su Facebook ma il resto no! Dopo pochi giorni ho reinstallato Instagram, quello proprio non riesco, se non ce l'ho rimango fuori dal mondo. Direi Instagram e WhatsApp, se non li hai poi come fanno i tuoi amici a contattarti per chiederti di uscire un pomeriggio? Non averli significa non essere più invitato


Pensi di essere dipendente dai social? 


Si! Ultimamente mi è venuta la tendinite al braccio destro perché lo uso continuamente per chattare, e quindi ho imparato a scrivere con la mano sinistra! So di essere dipendente ma che ci posso fare? La mia vita è dentro quel mondo. Io non sono nemmeno quella della mia classe che ci passa più tempo, ho compagni che non si staccano per nulla. Una persona della mia età è dipendente dai social, non essere lì significa essere soli e tu la faresti una vita da sola? io no! 


Cosa ti danno Instagram e WhatsApp?


Mi danno compagnia, il non essere messa da parte, avere connessioni con i miei amici, vedere cosa fanno gli altri. Altrimenti sarebbe come essere completamente sola.

Se io non sono su WhatsApp per esempio, nelle chat di gruppo i miei amici si mettono d'accordo per incontrarsi il pomeriggio e io rimango a casa, nessuno mi telefonerà mai. Non voglio essere esclusa quindi rimango lì

Su Instagram invece vedo cosa fanno i miei amici, dove sono, con chi parlano, ecc. e poi quando arrivo in classe il giorno dopo non sono rimasta indietro e quindi per esempio posso chiedere ad un'amica di farmi vedere quello che ha comprato il giorno prima mentre ho visto su Stories che stava in un negozio. 


Conclusioni


Quattro conclusioni che possiamo trarre dall'intervista ad Antonio e Martina: 

Schizofrenia geografica: Adam Greenfield parla di "schizo-geography of social media" a proposito del fenomeno per cui con i social media vogliamo essere in due luoghi contemporaneamente e il risultato è che non siamo al 100% da nessuna parte. Instagram: Martina ha confermato le statistiche sull'uso dei social da parte dei millennials, Instagram è il social network maggiormente utilizzato dai Millennials. Nomofobia: la paura di rimanere sconnessi è forte quando provi a staccarti anche solo minimamente dai social, la sensazione è propria quell'ansia di essere uscito senza mutande. Approvazione sociale: la piramide dei bisogni di Maslow spiega bene come la necessità di appartenere ad un gruppo sia importante per l'uomo e i social media fanno leva proprio su questo bisogno creando un comportamento dipendente. 

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