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Una vacanza digital detox dalla Svizzera alla Spagna

Aggiornamento: 4 gen 2019


Una ricerca fatta su oltre 4.000 persone dai 16 ai 64 anni negli Stati Uniti e Regno Unito, rileva che il 70% delle persone cerca delle strategie per diminuire l’utilizzo dei dispositivi digitali. Qui trovi tutta la ricerca dettagliata, in cui l’altro dato interessante che emerge è che uno su cinque hanno fatto un periodo di digital detox. Insomma sembra che in generale si stiano cercando dei modi per utilizzare meglio smartphone, tablet, social media, gaming, ecc. e a seconda del proprio livello di frustrazione e anche di autocontrollo!

A proposito di periodi di digital detox già tempo fa ne avevamo parlato con l’Eremito in Umbria e con l’APT di Livigno, entrambi luoghi in cui si cerca di usare meno la tecnologia nel tempo libero. Ora invece ho avuto il piacere di intervista Sanda, una delle due creatrici di Mindful You in Svizzera.


Intervista a Sanda di Mindfull You


Da dove nasce Mindfull You?

Io e Claudia viviamo entrambe a Zurigo ci siamo conosciute per un progetto lavorative in cui entrambe eravamo coinvolte e subito siamo andate molto d’accordo e ci siamo piaciute. Da una chiacchiera all’altra è nata l’idea di creare insieme un progetto rivolto al benessere delle persone e così è stato l’inizio di Mindfull you. L’obiettivo è mostrare alle persone come poter vivere una vita più consapevole e centrata.


Quali sono le vostre linee guida?


Nei retreat che organizziamo vogliamo creare uno spazio sacro in cui permettere alle persone di riscoprire il proprio bambino interiore, esprimendosi in totale libertà, per questo il limite di partecipanti è di dieci circa, vogliamo che sia una situazione di totale fiducia e scambio.


Come mai proprio una vacanza digital detox?


Perché ormai i dispositivi hanno invaso la nostra vita e dobbiamo riuscire a trovare un equilibrio digitale. Abbiamo deciso di proporre proprio dei retreat senza cellulare in autunno a Mallorca e non vedo l’ora di vivermi quei momenti in cui guarderemo il tramonto e saremo tutti lì senza telefono e ognuno imprimerà nella propria memoria quel ricordo senza essere distratto da uno schermo. Sono anche curiosa di vedere come andranno i momenti di socializzazione: i pasti, le pause e le chiacchiere senza un telefono di mezzo. Credo sia importante portare una riflessione sul come stiamo usando la tecnologia oggi, sopratutto per le prossime generazioni.


Chi è interessato ad un retreat digital detox?


Stiamo ricevendo iscrizioni e richieste di informazione da persone molto differenti tra loro: spaziamo da chi è nato nel ‘92 al ‘64 e questo credo sia un gran valore aggiunto. Ormai la tecnologia tocca tutte le fasce d’età e credo che in molti si stiano ponendo delle domande per esempio sugli effetti sulla nostra memoria, intuito e sulle relazioni sociali in cui si fatica a guardarsi negli occhi. Siamo nell’era della distrazione ma in fin dei conti possiamo scegliere di riprendere in mano il controllo e riflettere sul come non farci perennemente distrarre.


Che speranza hai rispetto al futuro, in generale?


Spero in maggiore gentilezza e compassione. Siamo esseri umani e credo sia importate ricordarci dell’importanza di passare del tempo in compagnia nel rispetto l’uno dell’altro: sorridere, condividere dei momenti insieme è vivere in fin dei conti.


Che suggerimento daresti a proposito di digital mindfulness?


Rispolverate una sveglia analogica! Iniziare la giornata toccando il cellulare e rischiando di finire imbottigliati in un loop di notifiche. Io non accendo mai il telefono prima di uscire di casa al mattino, i primi momenti della giornata sono sacri!

Per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sui retreat di Mindulf You cliccate qui.

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