Cosa sono le fake news? Come vengono prodotte? Come riconoscerle? Gli italiani le sanno vedere? Sono tutte domande che mi ponevo e finalmente ho avuto l'occasione di parlarne con Nicola Bruno, uno dei fondatori di Fact Checkers , organizzazione no profit tutta italiana che ha l'obiettivo di divulgare una cultura del fact checking nel bel paese.
Ormai siamo tutti non solo consumatori di informazioni ma anche produttori e divulgatori. La forma con cui sono costruiti i social network ci porta a produrre contenuti, a divulgare fatti e opinioni. Le scelte delle piattaforme web stanno valorizzando la comunicazione sempre più autentica in qualche modo, più diretta e meno filtrata. Di questo avevamo già parlato tempo fa a proposito di Snapchat con Stefano Mongardi. Ma veniamo a noi e alla chiacchierata che ho avuto il piacere di fare con Nicola e che trovate qui di seguito.
Intervista a Factcheckers.it
Chi siete e cosa fate?
Siamo tre fondatori partiti nel 2016, prima degli scandali legati a Trump e quindi in un tempo ancora in cui parlare di fake news non era argomento di conversazione da bar. Io sono un giornalista e quindi il tema mi è sempre stato a cuore.
Facciamo interventi formativi attraverso workshop interattivi creati per ragazzi e adulti al fine di sviluppare un senso critico e una capacità di ragionamento nelle persone quando si trovano di fronte ad una notizia.
Il 2 aprile 2017, in occasione dell giornata internazionale contro le fake news, abbiamo creato il primo format educativo sull'argomento fact checking.
Il metodo che utilizziamo è interattivo e pratico, vogliamo far comprendere nel pratico ai partecipanti cosa possono fare per distinguere notizie vere e false nella loro quotidianità.
Oltre a queste attività formative abbiamo anche creato materiali da fornire agli insegnanti proprio per affrontare in classe il tema del fact checking. Facciamo parte dell'International Fact Checking Network nel quale ci occupiamo del ramo educational e quindi abbiamo prima creato un gioco a carte e poi uno schema di lezione come strumenti utili a insegnanti e figure educative. Inoltre Gabriela Jacomella, presidente dell'associazione è anche autrice di Il vero e il falso, edizione Feltrinelli.
Come sono i giovani oggi a proposito di riconoscimento di fake news?
Quando facciamo formazione ai ragazzi di 14/18 anni mi stupisco sempre della velocità con cui apprendono ad utilizzare una gli strumenti utili per comprendere la veridicità del materiale che hanno davanti (per esempio per capire se un' immagine è già stata utilizzata altrove o in tempi precedenti). Ciò che però ancora manca è lo sviluppo di un senso critico che li guidi in un ragionamento a proposito di ciò che hanno di fronte. Vedo i ragazzi in genere vogliosi di imparare e capire ma il lavoro da fare è ancora tanto, proprio perché non si tratta di insegnar loro dei trucchetti ma stimolarli a ragionare.
Negli anni '30 eravamo concentrati nel divulgare l'apprendimento del leggere e scrivere, allo stesso modo oggi stiamo iniziando a capire che dobbiamo insegnare ai più giovani a muoversi nel mondo online usando la testa. Credo che gli adulti di domani saranno molto più consapevoli di quelli di oggi, saranno più formati.
Cosa sono veramente le fake news?
Noi sottolineiamo sempre come il mondo delle fake news sia ampio e delicato ed è molto facile cadere in banali e facili polarizzazioni. L'approccio americano è molto bianco o nero: una notizia è vero oppure falsa, punto. Noi invece abbiamo un approccio diverso, vogliamo stimolare un senso critico nel lettore, spettatore, visualizzatore. A volte ci sono notizie che sono false semplicemente perché hanno ripreso un'immagine che si riferiva a fatti avvenuti in un altro contesto, ma parte del racconto è vero. Ci sono molti casi del genere e sono quelli più delicati.
Un altro aspetto sul quale sollecitiamo il ragionamento è quello relativo a chi amplifica la diffusione di una notizia e non tanto chi l'ha pubblicata per primo. A volte si crea un effetto domino per cui ogni singola pedina che cade e favorisce la divulgazione di una notizia ha un peso altrettanto importante e a volte maggiore, della prima pedina del gioco.
Oggi siamo molto più concentrati ad andare a caccia di fake news piuttosto che di true news, come se si fosse aperta una caccia alla strega per individuare contenuti falsi. Crediamo invece sia importante concentrarci sulla ricerche di notizie vere.
Quali sono i problemi veri intorno all'argomento fake news?
Ci sono diverse questioni sul tema, per quanto riguarda i giovani siamo di fronte ad un problema relativo agli insegnanti. Spesso i ragazzi sono digitalmente più formati degli adulti con cui si confrontano su temi che riguardano il web. Questo accade ovviamente per un gap generazionale ma crea un vuoto che la scuola dovrà colmare.
Un secondo problema riguarda il peso dei big player in questo contesto: piattaforme come Youtube, Facebook, Google, ecc. Per esempio Youtube ha un algoritmo di selezione dei video consigliati, che ci propone dei filmati di volta in volta con un contenuto emotivo più estremo. Questo accade perché innalzare il livello di intensità dei video proposti spinge gli utenti a trascorrere più tempo sulla piattaforma in quanto vengono sempre più coinvolti.
Ciò ha creato dei grossi problemi in paesi come la Birmania, lo Sri Lanka e l' India per esempio in cui l'ONU ha condannato alcune piattaforme web per aver favorito la divulgazione del discorso d'odio online. Azioni di questo tipo hanno avuto forti ripercussioni al di fuori del web: la rabbia stimolata di fronte allo schermo si è poi riversata nelle strade creando scontri accesi.
Le piattaforme web e i legislatori dovranno trovare delle soluzioni per gestire la divulgazione di informazioni, ci vorrà del tempo ma è necessario. Oggi per esempio su Facebook ogni fonte ha lo stesso tipo di spazio e questo mette in qualche modo sullo stesso piano una fonte autorevole con una totalmente improvvisata. Il tutto sarà da fare facendo attenzione a non ledere la libertà d'espressione ovviamente.
Conclusione
Concludo con un piccolo consiglio, che prendo da Nicola: attenzione ai like che lasci in giro! Che significa? Quando siamo su un social network ogni nostra azione ha un peso che contribuirà alla divulgazione o meno dei contenuti che ci troviamo davanti. Quando leggiamo un post, lasciamo un like, condividiamo o qualsiasi altra azione facciamo, la piattaforma registra il nostro comportamento per valutare quanto il contenuto proposto possa essere interessante anche per altri o meno. Se lasciamo un like ad un post, sarà più probabile che questo venga mostrato anche ad altre persone. Quindi tutti noi abbiamo un peso nel contribuire alla divulgazione dei contenuti nel web.
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